GEMMA TRIAY, IL ‘FASCINO’ DEL PADEL
La passione degli italiani per il padel sembra non fermarsi più. Il padel inizia i primi passi in Italia all’inizio degli anni ‘90, oggi nello ‘stivale’ sono stati superati i 4000 campi, e questo trend positivo non sembra avere fine. Uno sport che aggrega e che permette anche ai giocatori alle prime armi di divertirsi. Nella conferenza stampa di chiusura degli internazionali di tennis, il presidente della FIT, Angelo Binaghi, tra il serio e il faceto, ha avanzato l’ipotesi di rinominare la federazione da lui guidata in federazione italiana di Tennis e Padel. Questa è una delle tante spie del successo di questo sport. I numeri continuano a disegnare una crescita inarrestabile, si parla di oltre 600.000 praticanti, tra questi moltissime donne e tanti giovani. Da Francesco Totti ad Alessandro Benetton, dall’ex premier Giuseppe Conte al presidente del CONI Giovanni Malagò, tutti pazzi per il padel. Ho incontrato Gemma Triay, la più forte e affascinante giocatrice al mondo. Gemma Triay se non avesse scelto il padel, è l’attuale numero 1 del ranking
mondiale insieme alla sua compagna Alejandra Salazar, avrebbe potuto tranquillamente calcare le passerelle di tutto il mondo per le case di moda più prestigiose. Alta 1,75, un fisico statuario ed un sorriso travolgente. Gemma nasce a
Menorca, seconda isola per estensione dell’arcipelago delle Baleari, Spagna. Inizia a giocare a tennis da bambina, interrompe per dedicarsi completamente allo studio. Poi scopre il padel, è passione pura. Guardarla muoversi sul campo di erba sintetica è un piacere per gli occhi. Sembra di vederla danzare ma quando colpisce la palla lo fa con
una potenza micidiale. È di un acume tattico tra i migliori del circuito femminile del WPT – World Padel Tour – e presidia la parte sinistra come nessun’altra. L’ho definita la ‘Libellula d’acciaio’, perché ha una determinazione che non lascia scampo alle avversarie, ma lo fa con una grazia sublime. Con Alejandra formano una coppia imbattibile, si completano e i risultati non fanno che darle ragione.
Ci vediamo nell’esclusivo Circolo Canottieri Aniene, sulle sponde del Tevere a Roma, per il quale Gemma milita nella squadra di serie A. Il Canottieri Aniene è campione
d’Italia di padel, sotto l’abile guida di Alessandro Di Bella. Scudetto che ha cucito sulla maglia da sette edizioni, tutte quelle fino ad ora disputate.
Nel padel quanto la mente influenza il fisico?
Influisce molto, penso che tutte le giocatrici del circuito abbiamo raggiunto un livello atletico molto elevato, dopo il quale, la cosa più importante è l'aspetto mentale. Chi ha la testa domina il gioco e di conseguenza sfrutta meglio i punti importanti. Gestire la pressione a livello del World Padel Tour è determinante, e chi lo fa meglio e resta concentrato riesce a rimanere in cima, al top del circuito. Il padel sta vivendo un momento di grande crescita e il livello tecnico e tattico migliora sempre di più, quindi la mente assume un ruolo decisivo ed è questo aspetto che fa la differenza. Per far sì che il fisico e la mente crescano insieme è necessario un duro allenamento per entrambi gli aspetti.
I cambiamenti di coppie sono sempre stati positivi per te?
Credo di sì, ho avuto tre ottime compagne. La prima è stata Paula Eyheraguibel, poi ho cambiato con Lucia Sainz, con la quale è nato subito un grande feeling nel gioco. Adesso la mia nuova compagna è Alejandra Salazar, per me la miglior destrorsa del mondo. Quindi ritengo per la mia esperienza che i cambiamenti siano stati positivi e stanno dando risultati eccezionali. Resta comunque una decisione non semplice, alcuni sono dovuti a diverse circostanze, ad esempio, per la troppa fiducia in campo comincia a mancare la sorpresa e quindi l’efficacia. Alle volte perché sei stato con quella giocatrice per molto tempo e i risultati non sono più soddisfacenti, si è dato
tutto quello che si poteva dare.
Quanto ha influito questo periodo difficile dovuto alla pandemia?
Beh, non è stato facile. L’anno passato abbiamo vissuto una situazione molto difficile, direi vuota, perché alla fine quello che ci piace è giocare per il pubblico, con le tribune affollate. Quando conquisti un punto dopo un lungo scambio la gente si alza e applaude entusiasta. Invece in quel periodo era tutto molto freddo, distaccato, sentivamo molto la mancanza del tifo. Siamo stati però fortunati a poter comunque giocare, dobbiamo ringraziare il circuito, e tutti i dirigenti del World Padel Tour, per aver permesso di continuare lo spettacolo in totale sicurezza per tutti gli undici tornei svolti.
Hai un fisico da indossatrice, che rapporto hai con la moda?
L’ho sempre amata, mi piace molto la moda italiana, siete molto bravi. La verità è che ci tengo a stare bene con me stessa e mi piace indossare degli abiti che rappresentino la mia personalità. Questo aspetto provo a replicarlo anche in campo con l’abbigliamento sportivo. Seguo anche la moda casual, in verità mi piacerebbe in futuro relazionarmi con un marchio di padel che possa essere anche coinvolto in una linea di moda.
Il Padel sta avendo un successo mondiale, che futuro vedi?
Sì, vedo questa evoluzione e penso che stia crescendo ovunque, non solo in Italia ma in molti altri Paesi. In Europa si vede un enorme entusiasmo, lo trovo molto bello, il padel si sta sviluppando molto in Svezia, in Belgio, in Italia e in Francia, sono veramente contenta. In tutti questi Paesi il successo del padel è crescente e credo che
sia in parte dovuto al fatto che è un gioco innanzitutto divertente a qualsiasi livello. Poi perché è uno sport relativamente facile da giocare anche per un principiante, a livello professionistico però è un’altra cosa, entrano in gioco meccanismi diversi. Un altro aspetto che mi piace è quello che il padel è praticato molto dalle donne, che
possono divertirsi insieme facendo sport. Iniziano a praticarlo anche tantissimi giovani e questo garantisce un orizzonte temporale molto in là nel tempo, vedo un futuro con tanto padel nel mondo. So che si sta lavorando per farlo diventare uno sport olimpico, sarebbe un riconoscimento enorme per uno sport così aggregante.
Molti vedono delle attinenze con il tennis, che ne pensi?
Il padel può sembrare simile per alcuni aspetti al tennis, ma non bisogna farsi ingannare, il tennis è uno sport molto difficile. Il campo è completamente diverso, molto più grande, e si gioca prevalentemente in due. Se non possiedi già una buona tecnica diventa quasi impossibile giocare, rischia di essere noioso per chi lo approccia
per la prima volta. Il padel invece ti permette subito di scambiare qualche colpo. Il campo misura 20 metri per 10 metri ed è chiuso da pareti, questo fa sì che la palla resti nel campo e diventa più semplice prenderla con la ‘Pala’.
Giochi sempre con un bendaggio al braccio, come mai?
È un infortunio che ho avuto 4 anni fa quando sono iniziati i dolori al braccio. Inizialmente non se ne capiva il motivo, poi facendo una serie di indagini diagnostiche hanno capito che la causa era dovuta alla troppa flessibilità del gomito. Questo succedeva quando colpivo con lo smash o tutti i colpi di piatto, provocando un dolore dovuto al fatto che le ossa si toccavano. Uno dei fisioterapisti che seguono il World Padel Tour mi ha consigliato di provare con questa fasciatura molto particolare. Da quando ho adottato questa soluzione il dolore è scomparso, purtroppo non posso più fare a meno di questa protezione e quindi devo indossarla sempre. Questa però ora mi consente di giocare con tranquillità e senza la paura e il fastidio del dolore.
Sei entrata da qualche anno nel team di padel del Circolo Canottieri Aniene, come ti
trovi?
Sono molto felice di questa scelta. Il Circolo Aniene oltre ad essere un luogo meraviglioso ti fa sentire a casa, questo per me è molto importante. Con tutta la squadra è nata un intesa eccezionale e con Alessandro Di Bella,il responsabile del padel, una vera e propria amicizia. Devo ringraziare tutti per avermi accolto in questa
nuova ‘famiglia’.
Sei nata a Minorca un isola incantevole di un arcipelago meraviglioso, cosa ti manca di
casa?
Wow! Mi manca il fatto che è un paradiso, e che tutta la mia famiglia e i miei amici sono lì. Sono perennemente in viaggio per tornei. A Minorca ci sono spiagge bellissime con un acqua cristallina, è un isola che vive con calma. La tranquillità è parte integrante della filosofia minorchina. Quando i miei impegni me lo permettono cerco
sempre di andarci. Dell’estate è una tappa fissa e provo a passare anche le feste comandate con la mia famiglia. Sono molto legata alla ‘mia’ isola.
Gemma grazie per la tua simpatia e disponibilità.
Jacopo Savagnone
Foto del servizio: Iwan Palombi
Vestiti e accessori: Volumna